Stiamo costruendo le condizioni perchè USA, Russia e Cina possano calpestare l’Europa
Valuta di riserva. La lunga marcia dello yuan insidia l’euro
Articolo di Romano Prodi su Il Messaggero del 30 marzo 2014
Non posso dimenticare lo spasmodico interesse con cui le autorità cinesi hanno seguito la nascita dell’Euro.
Ad ogni incontro bilaterale con la Commissione Europea il Presidente Cinese desiderava parlare quasi soltanto di Euro, chiedendo se davvero la nuova moneta avrebbe sostituito le grandi valute europee e se la Cina avrebbe potuto inserire l’Euro come riserva accanto al dollaro.
Aggiungeva infatti, con un pizzico di saggezza orientale, che la Cina non amava vivere in un mondo comandato da un solo soggetto e che avrebbe vissuto meglio se accanto al dollaro si fosse affiancato un Euro tanto forte quanto il biglietto verde.
In coerenza con questo progetto le autorità monetarie cinesi hanno cominciato ad acquistare la nuova moneta europea fino a farle superare un quarto delle proprie immense riserve.
Con la crisi finanziaria, e soprattutto in conseguenza delle divisioni della politica europea, la magica forza attrattiva dell’Euro si è attenuata fino a scomparire. La Cina ha di conseguenza accelerato l’inizio della lunga marcia per fare dello yuan la valuta internazionale da affiancare al dollaro.
Come inizio per l’internazionalizzazione della moneta è stato utilizzato il mercato di Hong Kong, ma il passo decisivo è stato compiuto negli ultimi due anni nella piazza di Londra, attraverso accordi sempre più forti con le autorità britanniche che, al fine di diventare la principale piazza internazionale dello yuan, hanno offerto alle istituzioni finanziarie cinesi condizioni favorevoli e regole meno stringenti di quelle offerte agli altri Paesi.
Lo stesso ministro delle finanze britannico ha spiegato che la strategia di tutti questi complessi accordi è semplicemente quella di fare di Londra il centro per trattare lo yuan di fuori della Cina, prima che questo progetto venga messo in atto da altri Paesi.
A sua volta il governo cinese ha dato subito inizio al lungo cammino della convertibilità della propria moneta, allargando la banda di oscillazione del cambio nei confronti del dollaro e procedendo ad una controllata svalutazione dello yuan dopo tanti anni in cui tale moneta aveva in modo costante aumentato il proprio valore nei confronti della valuta americana.
La lunga marcia dello yuan per avere un ruolo crescente nel sistema monetario internazionale fino a sostituirsi all’Euro, è quindi cominciata.
Indubbiamente la Gran Bretagna, che ha il suo punto di forza nella City, ha fatto il suo interesse e si è nello stesso tempo preparata a rafforzare un proprio potere economico autonomo anche in previsione del caso in cui il risultato dell’eventuale referendum la spingesse ad uscire dall’Unione Europea. Non può essere certo rimproverato alla Gran Bretagna di non avere dialogato con i partner della zona Euro perché tale dialogo sarebbe stato inutile, dato che questi Paesi non sono nemmeno in grado di mettersi d’accordo fra di loro. Bisogna tuttavia constatare che, anche riguardo alla strategia di preparare il futuro ordine monetario mondiale, l’Europa appare divisa, come lo è stata in tutte le grandi decisioni degli ultimi anni.
Ci prepariamo quindi a differenziare ancora maggiormente gli interessi dei diversi Paesi europei, indebolendo la nostra futura politica nei confronti della Cina, così come la mancanza di una politica energetica comune ha reso impossibile preparare una politica unitaria e condivisa riguardo al caso ucraino, con la conseguenza che esso viene concretamente affrontato solo nei colloqui fra Putin e Obama. Con il il costante prevalere degli interessi nazionali e la manifesta debolezza delle Istituzioni europee stiamo quindi costruendo le divisioni politiche ed economiche che ci renderanno sempre più marginali in futuro.
Non è quindi difficile prevedere un ulteriore indebolimento della nostra posizione nel mondo, fino ad arrivare all’irrilevanza come nel caso ucraino, dove abbiamo lasciato agli Stati Uniti il ruolo di protagonista, anche se il caso dovrebbe essere giocato esclusivamente in un rapporto tra l’Unione Europea e la Russia. Stiamo quindi costruendo un quadro politico per cui già oggi gli Stati Uniti, la Russia e la Cina e domani tanti altri Paesi potranno calpestare gli interessi europei senza lasciarci la minima possibilità di reagire.
Se vogliamo garantirci un futuro abbiamo quindi bisogno di un’ Europa più forte e più unita.
Per questo motivo le prossime elezioni europee saranno un passaggio di importanza rilevante non solo per noi ma, soprattutto, per i nostri figli e i nostri nipoti.